15 gradi e non sentirli: Dedicato a Nonno


Mio nonno si chiamava Marino, dedicato a nonno quindi è uno sfondo, appunto, Marino

In genere con sfondo marino si postano vini bianchi o mossi.
Ma sarebbe scontato.



Ferragosto 2018.
Il caldo incombe. Col caldo il vino rosso non va giù. Ma sarà veramente così?
A pranzo c'è un arrosto misto di maiale a base di rosticciana, salsicce e scamerita. E lì ti sale il dubbio, cosa fare? Bersi una birra o un vino rosso? No perché con questo caldo già me lo immagino il vino rosso che non va giù e poi finisco a bere solo acqua. Beh, nella vita bisogna rischiare, e allora ecco che mi apro una bottiglia di rosso.

Un piatto del genere non richiede dei vini da invecchiamento, opto quindi per un igt toscanissimo a 50% sangiovese 50% Syrah dell'azienda Podere Spazzavento di Ponsacco con cui da anni coltivo un rapporto di amicizia e collaborazione. Collaborazione nel senso che loro mi forniscono il vino e io lo bevo.
Questo vino si chiama Dedicato a Nonno. Fu pensato in onore del nonno dei due ragazzi che tirano avanti la baracca: Alessandro e Fabio che dedicano la loro vita ad una produzione "sana" con la S maiuscola.

Torniamo al vino. Per chi non è toscano, non è forse dato sapere che il vino pisano viene sempre visto con un certo pregiudizio, stretto com'è tra il territorio del Chianti Classico e quello della costa (leggasi Bolgheri). Ho presentissime le spallucce e i sogghighi di addetti al settore che sono riservati ai Chianti Colline Pisane. Ma siccome il mio assunto iniziale è quello di non fermarmi mai a stereotipi e preconcetti, ecco che, in barba ai saputelli che, un po' superficialmente e ignorantemete, storcono il naso di fronte ai prodotti pisani, vado a parlare di questo prodotto interessante.

Non stiamo parlando, Signori miei (cit.) di un vino sensazionale, non stiamo parlando di un Barolo Conterno o di un Brunello Salvioni. Niente di tutto ciò. Stiamo parlando di un vino "quotidiano", che costa meno di 10 euro a bottiglia. Un vino da bere senza farlo invecchiare troppo. Ma non  è forse più interessante decantare le gesta di un vino accessibile a tutti, che non di uno per pochi? Non è forse una sfida più interessante per un appassionato di vino, quella della ricerca di piccole realtà accessibili a tutte le tasche ma che lavorano seriamente e in modo "sano"? Ed è per questo che ho deciso di parlare di questo vino e scrivere questo articolo, per dire che volendo, si può bere discretamente spendendo relativamente poco.


Un bel rosso rubino carico in un vino di due anni, fa capire che è un vino prontissimo. 
E infatti così è.


Ma come si presenta? Si presenta come un rosso rubino carico con sentori di chiodi di garofano, e frutta rossa matura. Stessa sensazione la ritroviamo in bocca: spezie (merito del Syrah) e un marmellata di fragole e marasca che non può non piacere. Ma al di là di questo è la struttura che sta dietro a questo 2016, che è robusta ma al tempo stesso rotonda ed equilibrata. Componenti morbide e dure si completano. C'è l'alcool, c'è una freschezza acida e c'è un tannino presente ma non 
ingombrante. 


Esame olfattivo:intenso, schietto, mediamente fine, tanta frutta rossa matura, note speziate, balsamiche e minerali. Ma soprattutto tanta voglia di assaggiarlo.

E cosa succede? Succede che l'alcolicità elevata (15 gradi) quasi non si sente, mascherata da un'acidità che ne evidenzia la freschezza portandoti a rilanciare la bevuta, e a pasteggiare col vino come fosse dissetante. Ogni sorso, ti si asciuga la bocca, ma non ti si allappa. E così a fine pasto non hai bevuto neppure un bicchiere d'acqua, ma ti sei dissetato a vino. Meglio di così cosa si può volere.

Ti ci incastra anche alla fine di dedicare a tua volta un pensiero nostralgico al tuo di nonno. Come questo vino, vorresti che non se ne fosse mai andato e poterne godere ancora per un sorso almeno.


Quando hai bevuto più di metà bottiglia, ti viene il dubbio. Ma quanti gradi farà? 15? 
Ma veramente? 15 gradi e non sentirli.


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