Prova di abbinamento: Casteani spirito libero & Costolette di filetto di Maiale







Maremma Toscana DOC & Costolette di Filetto di Maiale cum patatibus



Quella di oggi è un'invenzione estemporanea della mia compagna di vita, alias La Tappe.
Quando si prende una sosta da idee tipo: fare una cucciolata di cocker, mettere al mondo due figlie, fare un trasloco, si ricorda anche di saper cucinare, si trasforma in Donna Tappe, una cuoca provetta.

Donna Tappe è capace di svariate ricette. Sì, è vero, nel suo passato ha anche avuto trascorsi curiosi, tipo quando voleva fare dei biscotti vegani usando la banana al posto delle uova, o quando mi faceva gli hamburger di ceci, ma tendenzialmente sa cucinare discretamente la ragazza. Quando vuole.

L'altra sera se ne viene fuori dicendo: ho conosciuto un macellaio che lavorava da Peck, ti ho preso una cosa per stasera. Ora dovete sapere che La Tappe è milanese verace, e che è sufficiente solleticare le corde meneghine per conquistarla. Hai lavorato alla biglietteria dell'Expo? Troppo figo! Sarai sicuramente un esperto di marketing. Hai lavorato come guardiamacchine abusivo ai bastioni di Porta Volta? Saprai sicuramente consigliarmi al meglio nell'acquisto di un'automobile. Hai lavato i vetri al bosco verticale? Sicuramente saprai consigliarmi su quale vaso di Murano comprare per il compleanno della mia zia. Hai comprato un panettone Motta? Allora sì che ci capisci. E così via.

In questo contesto, il macellaio che ha lavorato da Peck e che suggerisce della Rosticciana ripiena di filetto di maiale è un Dio. Non ho ben chiaro cosa sia una rosticciana ripiena di filetto di maiale, ma c'è un solo modo per saperlo. Quindi mi trovo a sorpresa un piatto di costolette di maiale con patate. Una goduria, ovviamente. Ma a questo punto bisogna abbinarlo.

Nella mia parca cantina di casa scovo questa bottiglia di Spirito Libero, dell'azienda Casteani. Conosco personalmente l'enologo, uno dei migliori del mondo. Ammetto che l'ho acquistata solo per quello, d'altronde ho fiducia nel suo lavoro. Anno 2015, sangiovese della maremma, sarà buono? Si spera di sì. Anche in questo caso, c'è un modo solo per saperlo.

Presentazione del vino. Iniziamo dalla Doc. Maremma DOC, pare un'esternazione ma non lo è.
Vino interessante. Perché? Questo vino, che si chiama Spirito Libero, rappresenta una linea di vini senza solfiti aggiunti dove la sola quantità di anidride solforosa presente è quella che si sviluppa naturalmente nel corso della fermentazione. In azienda, hanno cercato un metodo di produzione innovativo che, coniugando la tradizione con le moderne tecniche, permettesse di produrre un vino senza l’aggiunta dei solfiti. In particolare, l'anno 2015 contava 3 mg/l di solfiti libero e 6 mg/l di solfiti totali. Sembro bravo e dotto, ma in realtà trovate tutto scritto sul sito di Casteani.
Di mio posso dire che mi è piaciuta molto questa descrizione del vino e la retroetichetta che metto in calce, anche perché purtroppo, ho tanta difficoltà nel riconoscere i sentori del vino, quanta facilità nel sentire anche il minimo spunto di solforosa.

Sei Perseo? No, son Trentaseo
Quei due numerini indicano quanti pochi solfiti ci siano in questo vino.

Degustazione del vino. Sarò breve, come da tradizione, perché mi annoio io stesso a scriverla, figurarsi voi a leggerla. Il vino in questione di un limpido rosso rubino carico, si presentava schietto ed elegante al naso.  Sentori di frutta rossa, note balsamiche e vegetali. In bocca risultava, di corpo e caldo, un po' spigoloso, complici sicuramente un'acidità e un tannino entrambi presenti che rendono il vino nel compleso leggermente disarmonico in quanto spostato sulle componenti dure. Un vino abbastanza persistente e pronto.

Abbinamento. Voto 3 su 5 stelle. Mi aspettavo che cibo e vino legassero di più, invece l'acidità e il tannino non dialogavano perfettamente con un piatto asciutto, non molto grasso, per quanto con una buona riduzione per cottura dovuta alla cottura nel forno. Alla fine al tannino mancava qualcosa con cui legare. E non sentivo i sapori sposarsi nel modo perfetto e auspicato. Ma comunque, la sto buttando giù pesa. Niente di grave. Solo un po' sotto le mie aspettative (parlo dell'abbinamento, non dei singoli protagonisti individuali della nostra storia che invece erano fighissimi come direbbe un milanese DOC).

Tempi supplementari.

Siccome non volevo arrendermi, ho optato per un successivo assaggio con fusilli al sugo (una sorta di ragù rivisitato). Ho voluto farlo perché la retroetichetta caldeggiava questa scelta. D'altronde in genere un vino che è lungo sul secondo piatto, tendo a immaginarmelo ancora più lungo sul primo piatto. E invece, non è andata così. Difatti con la pasta al sugo ci stava da Dio.

Come me lo spiego? Beh anzitutto sicuramente un secondo di maiale, non è un secondo di manzo. Inoltre il filetto di maiale al forno tutto sommato non si può dire che sia un secondo grasso, unto e succulento. Viceversa, è vero che la pasta ha questo effetto smorzante, però il sugo era "bello carico" e anche un po' untuoso. Quindi nel complesso si smorzava l'effetto smorzante.

E allora? E allora, promossi tutti, sugo, vino e anche il filetto, che era veramente buono.

Maremma Doc?
No, Maremma... è già finita la bottiglia.


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