Presentazioni

Mi presento.
Andrea Ruglioni, professione commercialista.
Che barba, che noia, che noia, che barba.

Riproviamo.

Andrea Ruglioni. Sommelier.
Ganzo.

Iniziamo così e poi vediamo.

Bisogna intanto localizzarsi. Iniziamo col dire che sono toscano, un po' Livornese e un po' Pisano. Che sembra un ossimoro, vista la rivalità (nemmeno così tanta alla fine dai) tra le due province. D'altronde anche il vino vive della combinazione reciproca di componenti dure e morbide che si esaltano reciprocamente: tanto diverse, tanto contrapposte. Eppure un gran vino le ha entrambe, ed entrambe vive e forti. Se non lo  fossero potrebbe essere un vino equilibrato, ma non sarebbe un gran vino. E allora va bene così. Anzi no. Diciamo che sono toscano, e basta.


Questo trasparirà necessariamente nelle mie parole perché da quando sono nato la mia vita è intrisa della storia, della cultura, dell'arte e perché no, della cucina e del vino delle mie terre. E da qui sempre parto, con la curiosità di conoscere cose nuove, ma con la consapevolezza che ho la fortuna di poter in ogni momento uscire di casa, salire in auto, e in poco tempo trovarmi in un'azienda agricola o in una cantina per degustare qualcosa di interessante.

L'essere toscano ha però anche tanti limiti, ahimè. Sì perché in Toscana si pensa di essere, non solo gli unici cultori della lingua italiana (e tante volte toppiamo) ma anche gli unici che si intendono di vino (al massimo qualche concessione la facciamo ai piemontesi). Per di più vivo a Livorno. Dovete sapere che il Livornese tipico ritiene che nel mondo ci siano solo i vini di Bolgheri. Più in là non si va. Un bel Bolgheri Rosso, un bel Vermentino di Bolgheri. Sempre e comunque Bolgheri. Mi trovo così ogni giorno a confrontarmi con un po' di chiusure mentali. Vado a cena fuori, solo vini di Bolgheri. Avete un Carmignano? No purtroppo, avevamo una volta un cameriere nano ma non lo troviamo più. Barbaresco? No, qui c'è il Bar Centrale, se vuole le sigarette. E così via.

Grazie a Dio nella mia vita c'è una milanese DOCG (controllata non tanto, ma sicuramente è garantita) che mi ha aperto gli orizzonti un po' in tutto e quantomeno mi ha fatto conoscere il cibo e il vino di quelle vallate lombarde che ormai ho nel cuore.

La mia famiglia si completa poi con una figlia e una in arrivo e tre cani pestiferi. Tre bellissimi cocker un po' idioti, ognuno con le sue turbe. Il più intelligente dei tre abbaia ai cani in tv. Il più fesso è Watson, che meriterebbe un capitolo a parte.





Non so perché ho pensato di scrivere questo blog. Forse per evadere dal mondo lavorativo e trovarmi uno spazio tutto mio in cui prendermi appunti di come giorno per giorno mi avvicino sempre di più al mondo del vino. Un giorno sicuramente rileggerò tutto e avrò cambiato idea su tutto e allora penserò di aver fatto una ciofeca. E maledirò il giorno che l'ho incontrato.


L'idea di fondo è quella di raccogliere qua tutte le mie principali passioni e interessi: il cibo, il vino, ma anche la birra e le altre bevande, i viaggi, la musica, la storia, la fantascienza, il cinema.
Come andrà a finire non lo so. Ai posteri l'ardua sentenza.
Come lo immagino questo blog? In giro ce ne sono tremilioni di blog sul vino, fatti da persone più preparate di me che hanno un taglio serio, accademico e formativo. Io sinceramente non mi ritengo all'altezza di poter insegnare a nessuno.
L'unico consiglio che mi vien da dare a chi veramente si appassiona al vino, al di là della lettura dei vari blog, è quello di fare un corso di avvicinamento al vino che le principali associazioni organizzano un po' in tutta Italia, e poi magari decidere di fare il corso per Sommelier, che non è riservato solo a chi vuol prestare servizio.

Insomma questo blog voglio che sia diverso, vorrei che fosse divertente e ironico, vorrei che parlasse di vino, ma parlasse anche di me, della mia visione del mondo. E vorrei che oltre a lasciare qualche rudimento sul vino e su questo mondo fantastico, fosse lo spunto per conoscere il mondo insieme a me. Il giro del mondo in 80 vini. Magari in 80 mila, sarebbe meglio.

Il vino come punto di partenza per scoprire l'uomo, la sua storia, i suoi pensieri, le sue arti.
Il mio sogno è riuscire a crearmi una cultura che spazi su tutto questo, mettendo insieme vari aspetti della vita che però sono parte di un tutto, fonderla in un "unicum" e riuscire a comunicarla agli altri.


Concludo e ripeto così da allungare un po' questo discorso e farlo sembrare più ricco di nozioni.

L'approccio al vino. Premesso che sono un sommelier "recente" vorrei avere un approccio del vino non fine a se stesso. Sicuramente in rete ci sono persone che meglio di me sapranno descrivere un vino per tutte le sue caratteristiche, aromi primari, secondari, terziari. L'odore di pesca matura, di viola, di marasca, di cuoio, di legno, di vernice e chi più ne ha più ne metta. Io, che peraltro combatto ogni giorno con sinusite e raffreddore cronico, non vorrei essere l'ennesimo che parla di questo aspetto.
A me piacciono fondamentalmente due aspetti. Il primo è, pratico, tipico di una buona forchetta quale io sono: l'abbinamento col cibo. Non riesco, eccetto per casi rari (tipo l'Amarone) a separare il vino dal cibo che lo accompagna (in teoria dovrebbe essere il vino ad accompagnare il cibo ma fa lo stesso, mi si conceda questa licenza poetica). E quindi quello che voglio indagare è come un vino sta con un cibo e come un cibo sta con più vini, e viceversa. Gli studi che ho fatto mi hanno dato la base di riferimento, ma l'unica cosa che è importante è l'aspetto empirico. Insomma, queste prove vanno fatte sul momento. E sarebbe bello provare più vini con i cibi come fatto al corso, e magari condividerlo con chi vorrà leggere mai un giorno questo blog.

L'altro aspetto che mi interessa, e l'ho anticipato sopra più volte, fino allo svinimento, è l'aspetto antropologico e geografico del vino. Il vino, come prodotto dell'uomo, della sua storia, della sua cultura. Adoro le storie e le leggende che circolano sul vino e sulle persone che vi stanno dietro. Perché l'uomo di oggi, non sarebbe dove è oggi se non ci fosse stato qualcuno prima di noi che ci ha portati qui dove siamo, come siamo e il vino viene bevuto da migliaia di anni. Dalla notte dei tempi, si coltiva la vite, si produce vino, lo si vende, lo si omaggia, se ne canta, lo si "vive".

Il vino come riflesso dell'eredità dell'uomo.


Tam pro papa quam pro rege
bibunt omnes sine lege.
Bibit hera, bibit herus,

bibit miles, bibit clerus,
bibit ille, bibit illa,
bibit servus cum ancilla,
bibit velox, bibit piger,
bibit albus, bibit niger,
bibit constans, bibit vagus,
bibit rudis, bibit magus,
Bibit pauper et aegrotus,
bibit exul et ignotus,
bibit puer, bibit canus,
bibit praesul et decanus,
bibit soror, bibit frater,
bibit anus, bibit mater,
bibit ista, bibit ille,
bibunt centum, bibunt mille.

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